In occasione del World Business Forum del 3 e 4 novembre a Milano, Better Decisions era in prima linea. Abbiamo ascoltato testimonianze di personalità famose che ci hanno ispirato, e alcuni di loro li abbiamo anche conosciuti di persona. Tra questi, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Toni Nadal, zio e allenatore del campione Rafa, giocatore al 6° posto nella classifica ATP, vincitore di 14 titoli del grande Slam (tra cui nove volte campione al Roland Garros) e soprannominato “Re della terra rossa”.

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Toni ha raccontato della sua presenza importante nella carriera del nipote: è suo, infatti, il merito di aver introdotto il nipote al tennis, e di avergli trasmesso insegnamenti preziosi per affrontare l’agonismo in questo sport. Secondo Toni, infatti, la forza mentale ha la meglio sulla preparazione tecnica, e l’atteggiamento e la concentrazione sono fondamentali per creare una mentalità vincente. Il talento è solo il principio, va coltivato ed ‘educato’ attraverso la pratica e la disciplina: per affrontare le difficoltà e sopportare la pressione serve soprattutto allenare la mente.

Abbiamo incontrato Toni e gli abbiamo chiesto cosa vuol dire prendere decisioni per un campione mondiale, e come e dove sia possibile migliorarle. Dopo la storia dell’incredibile successo della squadra danese del Midtjylland, che ha fatto della rivoluzione dei dati il suo punto di forza, e aver conosciuto Justin Zormelo, data scientist dell’NBA e ‘statistico personale’ del campione Kevin Durant, abbiamo chiesto a Toni l’uso che lui e il suo team fanno dei dati, e il loro impatto sull’analisi delle performance sportive e soprattutto sulle decisioni.

Molti sport si affidano al supporto dei dati: informatica e tecnologia hanno un ruolo fondamentale nell’analisi del gioco post-partita. Oggi è possibile raccogliere dati e statistiche in abbondanza, perché la tecnologia è avanzatissima, è perfino nella racchetta: quella di Nadal, infatti, è in grado di rintracciare il numero di colpi, la loro inclinazione, la velocità e l’area della racchetta in cui il campione colpisce di più. Tuttavia, a Toni piace definirsi un “romantico dello sport”: i dati sono importantissimi e hanno dato un’accelerata straordinaria al modo di analizzare le performance, ma lui preferisce concentrare le energie sui miglioramenti e l’allenamento, piuttosto che “fare troppa filosofia” su risultati statistici.

Per ribadirlo, Toni ha anche condiviso con noi un divertente aneddoto: a uno studente di educazione fisica viene assegnato il compito di vedere una partita di calcio per raccogliere tutti i dati per e portarli a lezione e analizzarli. Inizia la partita, e lui comincia subito a prendere appunti. Si avvicina l’allenatore della squadra, e gli dice: “Se scrivi così tanto, poi non vedi la partita!”.

Con questo episodio, Nadal ha fatto riflettere la platea su come il “dato freddo”, come lo definisce lui, non porta significato di per sé, anzi, se letto in maniera erronea può portare addirittura a conclusioni sbagliate. Il dato da solo non ha una vera e propria connessione con il resto degli elementi, con la realtà. È necessario che chi lo utilizza sia pronto a interpretarlo, abbia già una visione chiara del contesto e della direzione in cui vuole andare. Il decisore deve far scendere in campo il proprio lato Human: solo con queste premesse i dati, oggi così abbondanti e precisi, sono una fonte di informazione preziosa e un supporto insostituibile per decisioni migliori.

 

 

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