“Una decisione presa coi dati è una decisione presa meglio, perchè i dati generano confidenza, cioè offrono una consapevolezza maggiore su quelle che saranno le conseguenze delle decisioni” Questo il punto di vista di Davide Cervellin, responsabile Analytics Europa di eBay, speaker a #bDf15.

Nel mondo degli acquisti online, le decisioni d’acquisto sono radicalmente rivoluzionate: il viaggio fra il potenziale cliente e l’acquisto si è notevolmente allungato e ha moltiplicato i punti di entrata così come i punti di uscita. A complicare questo percorso intervengono in maniera incisiva anche i Social Network: “Nell’era dei social, il costo di fare retention di un cliente è nettamente inferiore al costo di acquisitionperché un cliente insoddisfatto che si lamenta del servizio sui social fa perdere altri clienti.

Tuttavia questa complessità è misurabile grazie agli analytics. Sempre grazie ai social network, i big data sono usciti dal recinto dell’ICT per diventare un tema molto popolare prima dentro alle imprese e dal 2012 anche fuori da esso. I dati sono così diventati necessari per prendere decisioni e fare previsioni a ogni funzione di business. Per evitare che questo generi caos e dispersione, è indispensabile però una governance che regoli chi possiede il dato, chi governa il dato e quali sono le logiche di accesso ai dati per essere certi che le decisioni vengano prese su una base comune, accettata e condivisa. In questo, come Cervellin stesso dichiara “Le società del tech hanno un vantaggio competitivo a livello di struttura organizzativa finalizzatata a massimizzare l’impatto del dato per la presa di una decisione, rispetto a un’azienda tradizionale dove questo tipicamente va a scontrarsi con uno status quo precedente dove le decisioni venivano prese sulla base di intuizioni, ricerche di mercato tradizionali e quant’altro”. Software e analytics sono allora sufficienti? Certamente no, le persone sono altrettanto indispensabili al fine di interpretare nella maniera corretta i dati.

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